L’assegno ordinario di invalidità è uno degli strumenti più importanti del nostro sistema previdenziale. Riconosciuto dall’INPS, offre un sostegno economico a chi, a causa di infermità o malattie, vede ridotta in maniera significativa la propria capacità lavorativa.
Negli ultimi mesi si è parlato di una vera e propria rivoluzione normativa che riguarda in particolare i lavoratori iscritti al sistema contributivo. Ma quali sono le novità, chi ne beneficia e cosa cambia rispetto al passato?
Rivoluzione nell’Assegno di Invalidità: Novità per i Lavoratori del Sistema Contributivo
Che cos’è l’assegno ordinario di invalidità
L’assegno ordinario di invalidità (AOI) è una prestazione economica erogata dall’INPS a chi, per motivi di salute, non è più in grado di lavorare in maniera piena.
I requisiti principali sono:
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Riduzione della capacità lavorativa a meno di un terzo (circa il 67%).
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Almeno 5 anni di contributi versati, di cui almeno 3 negli ultimi 5 anni.
L’assegno viene concesso per un periodo di 3 anni, rinnovabile su domanda, e può diventare definitivo dopo tre riconoscimenti consecutivi.
Il sistema retributivo e quello contributivo
Per capire bene le novità occorre distinguere i due regimi di calcolo delle pensioni:
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Sistema retributivo → basato sulle ultime retribuzioni percepite; riguarda i lavoratori con contributi versati prima del 1996.
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Sistema contributivo → calcolato sui contributi effettivamente versati e rivalutati; riguarda chi ha iniziato a lavorare dal 1996 in poi.
La riforma di cui si parla riguarda in particolare i lavoratori del sistema contributivo puro.
La novità introdotta
In passato, i lavoratori del sistema contributivo che ricevevano l’assegno di invalidità subivano una penalizzazione:
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L’importo veniva calcolato solo sui contributi effettivamente versati.
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Non erano riconosciuti i cosiddetti “contributi figurativi” per i periodi di inattività legati all’invalidità.
Con la nuova disciplina, invece, i contributi figurativi tornano ad avere un ruolo anche per chi è nel sistema contributivo. Ciò significa che:
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Durante i periodi in cui si percepisce l’assegno, vengono accreditati contributi figurativi.
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Questi contributi contano ai fini del calcolo della pensione futura.
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L’importo della pensione finale non subirà più penalizzazioni gravi rispetto a chi non ha avuto periodi di invalidità.
Perché si parla di rivoluzione
La modifica è stata definita una rivoluzione perché elimina una disparità che esisteva da anni tra lavoratori retributivi e contributivi.
Fino a ieri, chi era nel retributivo e riceveva l’assegno di invalidità non vedeva ridotto il proprio futuro assegno pensionistico. Al contrario, chi era nel contributivo subiva un calcolo penalizzante, rischiando una pensione molto più bassa.
Con l’introduzione del riconoscimento dei contributi figurativi, anche i lavoratori contributivi vedono tutelato il proprio percorso previdenziale.
Chi sono i beneficiari
Le novità interessano:
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Tutti i lavoratori iscritti al sistema contributivo puro (quindi con primo contributo versato dal 1° gennaio 1996).
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Coloro che hanno ottenuto o richiederanno l’assegno ordinario di invalidità.
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Dipendenti, autonomi e parasubordinati che rientrano nel regime contributivo.
Non cambia nulla, invece, per chi è già tutelato dal sistema retributivo o misto.
Impatti concreti
Le conseguenze positive sono diverse:
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Maggiore equità → i lavoratori contributivi non sono più discriminati rispetto agli altri.
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Tutela previdenziale rafforzata → la pensione futura non subirà forti riduzioni.
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Maggiore sicurezza economica → chi attraversa una fase di malattia non vedrà compromessa la propria vecchiaia.
Esempio pratico: un lavoratore contributivo che riceve l’assegno per 9 anni (3 rinnovi) potrà comunque maturare contributi figurativi validi per la pensione, evitando di perdere anni utili al calcolo.
Cosa resta da chiarire
Nonostante le novità positive, ci sono ancora aspetti pratici che richiedono chiarimenti:
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Decorrenza effettiva: da quale anno verranno riconosciuti i contributi figurativi? Solo per le nuove domande o anche retroattivamente?
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Modalità di calcolo: serviranno circolari INPS per dettagliare come verrà determinato l’importo.
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Compatibilità con altre prestazioni: andrà chiarito come si coordina questa misura con assegni di disoccupazione, malattia o altre indennità.
Il ruolo della Costituzione
Questa novità risponde anche a un principio sancito dalla Costituzione italiana: la tutela del lavoro e della dignità dei lavoratori.
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Art. 38 → garantisce ai lavoratori il diritto al mantenimento in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia.
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Art. 3 → sancisce il principio di uguaglianza, eliminando discriminazioni tra categorie di lavoratori.
In questo senso, la riforma dell’assegno di invalidità si inserisce in un quadro più ampio di protezione sociale.
Conclusione
La riforma dell’assegno ordinario di invalidità per i lavoratori del sistema contributivo rappresenta un passo importante verso una maggiore giustizia previdenziale.
Finalmente chi si trova in una condizione di invalidità non rischia più di subire un doppio danno: la perdita di capacità lavorativa e, al tempo stesso, la riduzione drastica della pensione futura.
È un cambiamento che rafforza la fiducia nel sistema previdenziale e che riconosce il diritto alla dignità anche per chi, purtroppo, non può più lavorare come prima.